LA CHIESA
“VIRGINI IMMACVLATAE / PRINCIPIQVE ANGELORVM HOC TEMPLUM PIETAS DICAVIT- A R S MDCCL”
Questa scritta è incisa sul monumentale portale in pietra locale, artisticamente lavorato, situato all’ingresso della chiesa eretta nel rione “Acqua della Madonna”.
Questo luogo di culto cristiano, dedicato alla Vergine. Immacolata e al principe degli angeli San Michele Arcangelo è la realizzazione di un sogno di tanti fedeli animati da una profonda fede mariana e da una intensa devozione a San Michele Arcangelo, molto venerato nelle terre del ducato longobardo e influenzata anche dalla vicinanza del santuario del Gargano, a lui dedicato, conosciuto dai nostri avi come “L’Angelo di Puglia”.
In mancanza di dati certi, si ipotizza che nell’anno millesettecentocinquanta “Anno Reparatae Salutis”, la chiesa venne aperta al culto, una architettura semplice e lineare, la facciata principale, che dà sulla piazza Immacolata, termina con una soluzione a timpano, sulla stessa al centro, incassata in una nicchia è rappresentata la Vergine Immacolata che traspare dalle nuvole, avvolta in una luce bianca attorniata da schiere di angeli, nei due ovali laterali sono dipinte l’immagine di Santa Lucia e quella di San Michele; la copertura a due falde, caratteristiche che la inseriscono nello scenario delle chiese di quel periodo.
La costruzione venne realizzata in parte con pietre, in parte con tufi, per la copertura venne impiegato il legno, la stessa è stata adeguata ai nuovi criteri di costruzione, con la ristrutturazione post-sisma del 1980.
Nella primavera dell’anno 1795, iniziarono i lavori per la costruzione del piccolo abside, ubicato in fondo all’unica navata, che venne ultimata nell’autunno del 1796, per la realizzazione della volta furono utilizzati i tufi della vicina Mirabella Eclano, all’epoca considerato un materiale leggero.
Il soffitto e l’antiporta vennero realizzati, in legno di castagno, da ebanisti della vicina Taurasi, nell’anno 1780.
Un piccolo abside, semicircolare con un raggio che misura 5 metri,chiude l’unica navata interna, lunga 15,10 metri e larga 7 , su i due lati maggiori sono situati gli stalli lignei, riservati ai confratelli.
All’interno dell’abside, l’altare maggiore fu realizzato da alcuni “marmorari”napoletani nel 1799, nel corso degli anni sono state apportate alcune modifiche, l’ultima quella del 1945, allorquando venne realizzato, da validi maestri fontanarosani, un pregevole tempietto in marmo bianco, tra due colonne sormontate da capitelli di stile ionico, che sorreggono un architrave finemente lavorato, una luminosa nicchia accoglie una bella statua lignea dell’Immacolata Concezione.
Il pittore Francesco Uva,negli anni 1807 e 1808 decorò le pareti interne della chiesa con immagini di santi e angeli, inserite in vari motivi architettonici e floreali.
Appena sopra gli stalli il maestro dipinse quattro ovali, all’interno dei due sulla parete sinistra sono raffigurate le immagini di Sant’Anna e SanNicola, nel terzo ovale, sulla parete di destra, è rappresentata l’immagine di San Giuseppe, il quarto non esiste più perché, al suo posto è stata costruita la nicchia che accoglie la statua dell’Addolorata.
Essendo le pareti della navata molto alte una cornice in muratura molto sporgente, le divide a metà, nella parte più alta il pittore realizzò altri quattro ovali, all’interno dei quali furono raffigurati quattro dottori della chiesa: Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino e San Girolamo, solo quest’ultimo si può osservare sulla parete destra, all’altezza dell’organo.
I dipinti furono sottoposti ad una soddisfacente opera di restauro nel 1932.
La massima espressione artistica del maestro Uva, si manifesta nel grande dipinto su tela, incastonato in una cornice lignea, situato al centro del soffitto, che raffigura L’Arcangelo Michele mentre combatte contro uno stuolo di demoni, assistito dalla Vergine Immacolata e circondato da schiere di angeli.
Varcato l’ammirevole portale si accede all’interno della chiesa, subito a sinistra, per mezzo di una stretta scaletta in legno, si accede all’organo del 1771, posizionato sull’antiporta; di fronte, sul lato destro, la statua della Madonna Addolorata, con lo sguardo rivolto al cielo, vestita con un abito di seta nera, ricamato con fili di argento, una corona sulla testa, una spada le trafigge il petto, anch’esse di argento, ai suoi piedi giace in un’urna di vetro il Cristo morto, una statua in carta pesta a grandezza naturale.
Al centro della navata, sulla parete di sinistra èsistemata l’effige di San Stanislao con in braccio Gesù Bambino, sempre sullo stesso lato, sopra gli stalli, in corrispondenza del posto riservato al priore, negli anni scorsi c’era una campana di vetro con all’interno una preziosa statuetta di Gesù Bambino vestita con un elegante abitino di seta bianca e ricamato con fili d’oro, sul capo una corona di metallo colore argento.
Nella notte del 12 settembre 1987, ignoti si introdussero all’interno della chiesa e sottrassero la statuetta alla pubblica ammirazione e mai più ritrovata, dopo di che, nella campana di vetro rimasta vuota, venne messa una statuetta simile a quella trafugata, ma di minor pregio.
Ultimamente la campana di vetro con la statuetta è stata rimossa e trasferita nella sagrestia, al suo posto è stato collocato un dipinto che raffigura San Pio da Pietrelcina, eseguito dal maestro Salvatore Fucci.
Sulla parete destra, la statua di San Luigi Gonzaga è custodita in una nicchia, qualche metro a sinistra,poggiata sulla cornice degli stalli, una bella statuetta di San Vito Martire privata del suo cane, durante il furto del 1987.
Nei due angoli ricavati dalle pareti della navata con quelle dell’abside, sono state realizzate, a sbalzo, due nicchie in legno, quella di destra ospita una bella statua di Santa Lucia; in quella di fronte si può ammirare una pregevole statua di San Michele Arcangelo in atteggiamento di combattente, a difesa della chiesa, contro i demoni, ricacciandoli agli inferi.
Dopo circa due secoli, nel 1921, sul lato sinistro della chiesa, venne posata la prima pietra per la costruzione del campanile, realizzato con pietre a vista, alto 19 metri a base quadrata, al suo interno la cella campanaria ospita due campane che diffondono i loro rintocchi per mezzo di comandi elettrici.
LA CAPPELLA GENTILIZIA
A seguito della promulgazione della legge del 5 settembre 1806, che imponeva la sepoltura dei defunti lontano dai centri abitati, la Confraternita dell’Immacolata realizzò su un’area all’interno del cimitero, una chiesa a navata unica,al cui interno una elegante altare sovrastata da una nicchia, in marmi policromi, custodisce la statua lignea della Madonna del Carmelo.
Le pareti interne contengono 100 “ossari” piccoli e grandi, sono chiusi da lastre di marmo sulle quali è inciso il nome del de cuius, del proprietario o del casato della famiglia.
La facciata esterna è molto semplice, come è giusto che sia, vista la sua ubicazione, il portale lineare in pietra locale, sul cui architrave è fissata una lastra in marmo con inciso uno stemma e la data “1860” l’anno in cui furonoultimati i lavori.
Un bel dipinto della Vergine Immacolata, al centro della facciata, realizzato da ignoto nel 1914 è stato restaurato nel 2008 dal maestro Salvatore Fucci,un vetro è stato installato per proteggerlo e preservarlo dalle intemperie e dagli agenti atmosferici.
Un campanile “a vela”, sovrasta il lato destro del timpano, all’interno del quale è alloggiata una campana, che con i suoi mesti rintocchi saluta quelli che arrivano per l’ultima dimora,o annuncia le celebrazioni religiose.
La chiesa è aperta al culto e possono essere celebrate tutte le funzioni religiose, per questo è stata realizzata l’altare coram populo, dono di un benefattore.
Una scalinata in pietra, incuneata nello spazio di terra delimitato dal muro perimetrale del cimitero e quello posteriore della cappella, conduce all’ampio sotterraneo della stessa dimensione della chiesa.
Un corridoio centrale, messo per il lungo, divide in due parti il sotterraneo dove sono predisposti 26 sepolcri per l’inumazione, riservati alle consorelle e confratelli.
Al piano del ballatoio tra le due rampe di scale, c’è un vano coperto, costituito da tre lati in muratura, sulle cui pareti sono stati costruiti loculi per ossari, il quarto lato è chiuso da una artistica inferriata con cancello.
Questo luogo sacro, adibito anche a luogo di sepoltura, custodisce i resti degli antenati di una comunità e ne racconta la storia e testimonia l’importanza di un’antica congregazione.
Una comunità che conserva la memoria e rispetta i cari estinti si vede dalla cura e la buona tenuta del cimitero.